Assistente Infermiere: aiuto concreto o confusione professionale?

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Una nuova figura tra infermiere e OSS: cosa sta succedendo?

Nel panorama della sanità italiana, il Decreto Ministeriale 21/2024 ha introdotto ufficialmente la figura dell’Assistente Infermiere: una figura intermedia tra l’Operatore Socio Sanitario (OSS) e l’infermiere. La sua nascita è stata salutata da molti come una possibile risposta alla carenza di personale infermieristico che affligge da anni il nostro sistema sanitario.

In un contesto in cui cresce la domanda di assistenza, soprattutto tra gli anziani e i pazienti cronici, l’introduzione di questa figura ha lo scopo di rafforzare il supporto operativo e migliorare l’efficienza dei team di cura. Tuttavia, sorgono anche alcuni interrogativi: la sua formazione è sufficiente? Può davvero contribuire al miglioramento della qualità dell’assistenza?

In questo articolo analizziamo nel dettaglio chi è l’Assistente Infermiere, cosa cambia con la sua introduzione e quale impatto potrà avere nella pratica quotidiana nelle corsie e nei servizi territoriali.


Chi è davvero l’Assistente Infermiere? (E cosa non è)

L’Assistente Infermiere è stato delineato dal DM 21/2024 come una figura di supporto sanitario che opera a fianco dell’infermiere, contribuendo all’assistenza di base nei contesti ospedalieri, domiciliari e residenziali. È un’evoluzione dell’Operatore Socio Sanitario (OSS), con una formazione integrativa di 400 ore, di cui 200 teoriche e 200 di tirocinio.

Le sue attività principali includono:

  • Collaborare nella mobilizzazione dei pazienti
  • Rilevare parametri vitali di base
  • Supportare l’infermiere nelle attività assistenziali non complesse
  • Partecipare all’osservazione del paziente secondo protocolli definiti

Importante: l’Assistente Infermiere non sostituisce l’infermiere e non è autorizzato a compiere atti clinici o a prendere decisioni autonome. Opera sotto la supervisione diretta dell’infermiere e all’interno di percorsi di cura ben definiti.

Perché nasce ora?
La motivazione principale è evidente: in Italia mancano oltre 65.000 infermieri, secondo la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI). Inoltre, l’invecchiamento demografico e l’aumento delle patologie croniche stanno rendendo sempre più urgente un modello di assistenza multiprofessionale, più flessibile e capace di adattarsi alle esigenze di una popolazione fragile.


Una risposta alla carenza di infermieri o un rattoppo temporaneo?

Uno degli obiettivi dichiarati del Ministero della Salute, con l’introduzione dell’Assistente Infermiere, è quello di fronteggiare la storica carenza di infermieri nel sistema sanitario nazionale. Ma possiamo davvero pensare che una figura con 400 ore di formazione rappresenti una risposta efficace a una problematica così profonda e strutturale?

Quanti infermieri mancano in Italia?
Secondo FNOPI, attualmente mancano oltre 65.000 infermieri sul territorio nazionale. Una stima che diventa ancora più preoccupante se confrontata con gli altri Paesi europei:

  • Italia: 5,8 infermieri ogni 1.000 abitanti
  • Germania: 13,3 per 1.000
  • Francia: 10,5 per 1.000
    (Fonte: OECD Health Statistics 2023)

Il problema, quindi, non è solo contingente, ma sistemico. Anni di blocchi del turnover, pensionamenti non rimpiazzati e condizioni di lavoro sempre più difficili hanno eroso il numero di infermieri disponibili, portando a un sovraccarico professionale e a un numero crescente di dimissioni volontarie.


E lo stipendio?

Per l’Assistente Infermiere, si ipotizza un inquadramento intermedio tra OSS e infermiere, potenzialmente tra il livello C e D del comparto Sanità. Questo corrisponderebbe a una retribuzione netta mensile di circa 1.300 – 1.500 euro, in attesa di definizione ufficiale.

Per confronto:

  • OSS: 1.200 – 1.400 euro netti/mese
  • Infermiere neolaureato: 1.500 – 1.700 euro netti/mese

Un differenziale che solleva il dibattito sul riconoscimento economico rispetto al livello di formazione e responsabilità.


Tirocinio di poche ore vs laurea triennale: un confronto sbilanciato

Uno dei punti più discussi è il livello di formazione previsto per l’Assistente Infermiere: 400 ore totali, di cui 200 di tirocinio. A fronte di ciò, l’infermiere percorre un percorso universitario triennale con:

  • 180 CFU
  • Oltre 2.300 ore di tirocinio clinico
  • Formazione in anatomia, farmacologia, clinica medica, psicologia, deontologia
  • Iscrizione obbligatoria all’Ordine professionale
  • Obblighi ECM di aggiornamento continuo

L’infermiere è responsabile di decisioni cliniche, gestione dei piani assistenziali, prevenzione del rischio, educazione sanitaria e coordinamento con altri professionisti.

L’Assistente Infermiere, pur con un ruolo operativo importante, non può e non deve sostituire queste competenze. Il sistema deve garantire che ogni figura operi nel proprio ambito, con obiettivi chiari e formazione adeguata.


Cosa pensano gli infermieri: perplessità, sfiducia e richieste

Fin dall’annuncio del DM 21/2024, il mondo infermieristico ha espresso perplessità e richieste di chiarimento.

La FNOPI ha dichiarato:

“Va bene il supporto, ma non devono esserci ambiguità. L’infermiere è un professionista laureato, abilitato e responsabile. Ogni nuova figura deve essere complementare, non sostitutiva.”
(Fonte: FNOPI, aprile 2024)

Sui social, nei forum e negli incontri di categoria, molti infermieri condividono lo stesso sentimento:

  • “Abbiamo studiato tre anni e la risposta alla carenza è una figura con 400 ore di corso?”
  • “Serve chiarezza nei ruoli e investimenti concreti sulla nostra professione.”

Le richieste ricorrenti sono:

  • Maggiore valorizzazione professionale
  • Incentivi alla formazione universitaria
  • Condizioni di lavoro più sostenibili

In sostanza, un riconoscimento vero, non solo formale.


Qualità dell’assistenza e rischio burnout: chi ci guadagna (e chi no)?

La figura dell’Assistente Infermiere può portare vantaggi se integrata correttamente nei team assistenziali. Delegare alcune attività operative può permettere all’infermiere di concentrarsi sulla parte clinica, riducendo il rischio di stress e burnout.

Ma affinché questo accada:

  • Il ruolo deve essere chiaro e definito
  • Servono supervisione e formazione adeguata
  • Vanno evitati impieghi impropri, per non compromettere la qualità delle cure

E il paziente?
Ha bisogno di operatori capaci di:

  • Riconoscere segni clinici precoci
  • Agire tempestivamente
  • Comunicare efficacemente

Qui, la formazione universitaria fa la differenza. È uno strumento di garanzia, non un formalismo accademico.


Serve una figura nuova o serve valorizzare meglio gli infermieri?

L’introduzione dell’Assistente Infermiere solleva una domanda più grande:
stiamo investendo sul futuro o stiamo cercando soluzioni temporanee?

Gli infermieri sono professionisti chiave, formati, abilitati e responsabilizzati. Non basta affiancarli con figure di supporto: bisogna valorizzarli pienamente, economicamente, socialmente e organizzativamente.

L’Assistente Infermiere può essere una risorsa, ma non un’alternativa. Solo un sistema che investe nei suoi professionisti può garantire sicurezza, continuità e qualità delle cure.


E tu cosa ne pensi?

Se lavori in sanità, sei un OSS o un infermiere, oppure sei un paziente o un caregiver, raccontaci la tua opinione.
Serve un confronto aperto, costruttivo e trasparente per costruire un sistema che funzioni per tutti: operatori, strutture e cittadini.

Fonti e approfondimenti

  1. FNOPI – Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche
    “Mancano oltre 65mila infermieri in Italia”
    https://www.fnopi.it
  2. OECD Health Statistics 2023
    “Nurses per 1,000 population” – dati comparativi internazionali
    https://www.oecd.org/health/health-data.htm
  3. Decreto Ministeriale 21/2024
    “Individuazione del profilo dell’Assistente Infermiere” – pubblicato in Gazzetta Ufficiale
    https://www.gazzettaufficiale.it
  4. Quotidiano Sanità
    “Assistente infermiere: le reazioni delle professioni sanitarie”
    https://www.quotidianosanita.it
  5. Nurse24.it
    “Assistente infermiere: il nuovo OSS? Ecco il profilo previsto dal DM 21/2024”
    https://www.nurse24.it

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