Prevenzione Sanitaria: Cosa Cambia Dopo il 16-17 Giugno

Indice

Un incontro che suona come un campanello d’allarme

Il 16 e 17 giugno 2025 si sono svolti a Napoli gli Stati Generali della Prevenzione, un evento organizzato dal Ministero della Salute per rilanciare con forza il ruolo della prevenzione nel sistema sanitario italiano.

Professionisti sanitari, enti locali, rappresentanti istituzionali e accademici si sono confrontati su un tema tanto fondamentale quanto sottovalutato: come riportare la prevenzione al centro dell’agire sanitario, non solo nei documenti programmatici ma nella vita reale delle persone.

“Scegliere di prevenire significa scegliere la salute, scegliere il benessere delle persone e scegliere anche di evitare costi sanitari e sociali insostenibili nel lungo periodo”,
ha dichiarato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, sottolineando la necessità di un vero e proprio cambio culturale e operativo.
Fonte: salute.gov.it

Ma tra le buone intenzioni e la realtà c’è ancora un divario profondo. E questo incontro, pur fondamentale, rappresenta solo un piccolo punto di partenza.


Prevenzione: tutti ne parlano, pochi la fanno davvero

In Italia si parla molto di prevenzione, ma si fa ancora troppo poco. La spesa sanitaria nazionale destinata alla prevenzione si aggira sotto il 5% del totale: meno della media europea e ben lontana dalle raccomandazioni internazionali.

Il nostro sistema continua a essere fortemente ospedale-centrico. Il territorio arranca, le strutture intermedie sono fragili e le azioni preventive, quando esistono, sono spesso frammentate, sporadiche o lasciate alla buona volontà di singoli professionisti.

Eppure, investire in prevenzione non è solo un atto di responsabilità sanitaria. È una scelta economica lungimirante. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni euro investito in prevenzione genera fino a quattro euro di risparmio nei costi sanitari futuri.

Il problema, quindi, non è solo di risorse, ma anche di priorità e di organizzazione sistemica. Troppo spesso, la prevenzione finisce dimenticata, compressa tra le urgenze e le inefficienze strutturali.


Cosa significa “fare prevenzione” oggi

Durante l’incontro di Napoli si è voluto chiarire un concetto fondamentale: fare prevenzione non equivale a fare screening una volta ogni tanto.

La prevenzione si declina in tre livelli:

  • Primaria: evitare l’insorgenza della malattia, ad esempio con vaccinazioni, corretta alimentazione, attività fisica, lotta al tabagismo.
  • Secondaria: identificare la malattia in fase precoce, tramite esami di controllo e diagnosi anticipata.
  • Terziaria: ridurre recidive, complicanze e disabilità dopo che la malattia si è manifestata.

Tuttavia, nella realtà quotidiana, questi livelli sono spesso male interpretati o frammentati. Senza una regia centrale, senza percorsi integrati, e senza strumenti dedicati, anche la migliore intenzione rischia di non diventare azione.


I professionisti in prima linea (e spesso soli)

Uno dei punti più discussi durante i lavori del 16-17 giugno è stato il ruolo dei professionisti sanitari nella filiera della prevenzione. In particolare, si è sottolineato quanto il personale sul territorio sia cruciale, ma spesso abbandonato a sé stesso.

  • I medici di medicina generale devono fare i conti con carichi di lavoro eccessivi, burocrazia e mancanza di supporto informativo e organizzativo.
  • Gli infermieri di comunità, pur previsti nel PNRR, faticano a decollare e sono poco distribuiti su scala nazionale.
  • I farmacisti, tra i professionisti più vicini ai cittadini, sono raramente integrati in programmi strutturati di prevenzione.
  • I pediatri e gli specialisti ambulatoriali lamentano assenza di linee guida condivise e scarsa valorizzazione del lavoro proattivo.

Senza una visione d’insieme, la prevenzione rischia di rimanere affidata all’iniziativa del singolo, anziché essere un percorso sistemico e supportato.


I numeri che non mentono

Secondo i dati del Ministero della Salute e dell’OMS:

  • Il 70% dei decessi è causato da malattie croniche non trasmissibili, molte delle quali evitabili.
  • Il 39% dei ricoveri ospedalieri in Italia è potenzialmente evitabile tramite azioni preventive efficaci.
  • Le patologie croniche assorbono circa l’80% della spesa sanitaria nazionale.

A questi dati si aggiunge il costo sociale: perdita di giornate lavorative, disabilità precoci, scarsa qualità della vita, e una crescente disuguaglianza di accesso alla salute.

In mancanza di prevenzione, a pagare sono sempre le stesse persone: le più fragili, le più povere, le meno raggiunte dal sistema.


Le novità emerse dagli Stati Generali della Prevenzione

Durante i lavori di Napoli, il Ministero ha annunciato una serie di misure concrete, che segnano finalmente un cambio di passo:

1. Piano Nazionale Prevenzione 2025–2028

Un piano con obiettivi misurabili, vincolanti per le Regioni, per garantire coerenza nazionale e superare le differenze territoriali.

2. Cabina di Regia Permanente

Un organismo di coordinamento per monitorare l’applicazione delle strategie di prevenzione a livello centrale e locale.

3. Integrazione dei professionisti territoriali

Medici di base, farmacisti, infermieri e pediatri saranno parte attiva e non accessoria dei percorsi preventivi.

4. Digitalizzazione e prevenzione proattiva

Uso di strumenti tecnologici per inviti personalizzati, monitoraggi automatici, cartelle condivise e interventi tempestivi.

5. Focus sulla prevenzione delle disuguaglianze

Azioni mirate nei contesti ad alto rischio (aree periferiche, migranti, comunità isolate), dove ogni euro investito ha un impatto doppio.

6. Formazione continua per i professionisti

Webinar, toolkit pratici, linee guida semplificate e soprattutto tempo retribuito per attività preventive.

Tutti punti importanti. Ma basteranno?


Se non ora, quando?

Gli Stati Generali della Prevenzione ci consegnano una road map. Finalmente.

Ma è solo l’inizio. Le sfide sul campo sono immense: dai ritardi accumulati negli anni, alla disconnessione tra enti e operatori, fino alla necessità di un cambio culturale profondo — che non si costruisce in un convegno, per quanto ambizioso.

La vera domanda è: riusciremo a passare dalle parole ai fatti?

Perché la prevenzione non può più essere solo una promessa.

Non possiamo più permetterci di agire tardi, solo quando l’emergenza bussa alla porta. Il tempo per prevenire è ora. Ma serve farlo insieme: cittadini, professionisti, istituzioni e territori.


📌 Fonti principali:

  • Ministero della Salute – Stati Generali della Prevenzione
  • Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
  • Piano Nazionale della Prevenzione – Ministero della Salute
  • European Observatory on Health Systems

Resta aggiornato sul futuro della prevenzione sanitaria

Continueremo a seguire gli sviluppi del Piano Nazionale Prevenzione e a condividere riflessioni, buone pratiche e dati utili.

Seguici sui nostri canali ufficiali per non perderti gli aggiornamenti:

Unisciti alla nostra community: informazione, confronto e contenuti utili per chi lavora ogni giorno nella sanità.

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Hai domande, richieste o vuoi ricevere maggiori informazioni?

Compila il modulo qui sotto e ti risponderemo il prima possibile. Il nostro team è a tua disposizione per assisterti con cortesia e professionalità.

    Healoox è un prodotto di Health Connect Srl
    P.Iva 01749690051  support@healoox.com
    Copyright © 2025 Healoox. Tutti i diritti riservati.